Diritti di mamma

Fine agosto, tempo ancora di vacanze... 
ma fino allo scorso anno, per me libera professionista, è sempre stato tempo di progettazione, proposte e definizione di accordi per l'inizio del nuovo anno lavorativo. 
Lo scorso anno tutto questo è stato fatto entro l'ottavo mese di gravidanza e ho sfruttato il nono per verificare che fossero chiare le deleghe alle colleghe, ho programmato la comunicazione per progetti in corso e in partenza, ho sospeso con alcuni clienti.
Ho dovuto. Ho voluto. Ho creduto. 
Facciamo un passo indietro. Considerato che ho cercato la gravidanza alla mia "tenera età", la bellissima conferma è arrivata proprio quando stavano per offrirmi il ruolo professionale che stavo rincorrendo da anni come "posto fisso" in un ufficio di comunicazione. Che ridere mi hanno proposto una sostituzione per maternità! (Dovevate vedere l'espressione della capa alla mia comunicazione: felice e disperata contemporaneamente). 
Altro passo indietro. Qualche mese prima avevo tentato di progettare anche la nascita di un figlio con una programmazione ferrata delle tempistiche in base al canonico anno lavorativo italiano che va da settembre a luglio. Ho dovuto cedere davanti alla concretezza e semplicità della natura.
Risultati immagini per gravidanza e lavoro
Passo in avanti. Già al 5/6 mese, dopo le classiche domande di amici ed estranei su parto, salute bimba, pazienza del padre, gestione del sonno, tipo di latte, ecc... quando riprendi il lavoro?
Risposta: FONDAMENTALMENTE NON HO MAI SMESSO, ovvero per le libere professioniste il potersi gestire autonomamente il tempo rimanda ad un'auto-responsabilità di quanto dedicarne al lavoro e alla famiglia ... al tempo libero, alle amicizie et al.
D'altro canto, ritornando ad oggi (Alida compie 11 mesi) e so di poterle dedicare ancora il mio tempo, quasi tanto quanto gliene ho dedicato fino ad ora. A differenza di tante amiche, avrò la fortuna di non dover gestire l'autosveazzamento a distanza, non dovrò lottare con un tiralatte per lasciarle una dose giornaliere del latte di mamma o per non avere dolore al seno, non dovrò litigare con un datore di lavoro per farmi garantire il diritto di riduzioni di ore et al.
E sì perchè purtroppo questo è ancora il destino delle mamme lavoratrici italiane.
Aspetto i vostri racconti, le vostre storie perchè possano essere di aiuto e confronto alle amiche che mi leggano. Un modo per ispirare strategie di azione oltre a quella di mettersi in proprio!

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