DIARIO DI UNA TIROCINANTE - In gruppo...con strategia

Tornata operativa dopo le vacanze di Natale si riprende a lavorare. Con il pensiero ancora alle feste, ai parenti ed amici con cui abbiamo passato queste feste, alle tavolate imbandite…
Tutti gli anni queste ricorrenze mi fanno pensare a come noi siamo sempre portati a trovare occasioni per stare in gruppo, condividere, discutere… Che sia una festa comandata o un semplice ritrovo, c’è sempre un buon motivo per entrare in contatto con altre persone. 
Sì, bella la compagnia…ma stare in gruppo è davvero così semplice
Occorre trovare un’occasione per riunirsi, tenere in considerazione le idee di più persone (e mai che si sia tutti d’accordo!),gli impegni, i gusti…
C’è chi vuole dire la sua, chi costantemente si lamenta, chi invece accetta passivamente e “va tutto bene”. C’è poi la persona che “va invitata, altrimenti chissà che racconta in giro”. L’amico o il parente che si incontra due volte l’anno ma non si risparmia dal dire la propria opinione, anche se non sempre è richiesta..
Quando si pensa al gruppo, si pensa ad un obiettivo comune: gruppo musicale, gruppo di lavoro, gruppo di amici.

Se si pensa, ad esempio, ad un gruppo di lavoro, è facile riconoscere come all’interno del gruppo ogni componente abbia un proprio compito e rivesta un ruolo preciso. Questo fa sì che ciascuno prenda parte al raggiungimento dell’obiettivo, ogni membro collabora ad una parte del progetto, ma perda parte della propria individualità, in quanto non si ragiona per il proprio tornaconto ma per il benessere del gruppo. Tanto che quando qualcuno  viene preso dall’egoismo si mina l’equilibrio del gruppo e subito viene visto come la pecora nera!
In tutti i gruppi è presente una gerarchia? In ogni gruppo, implicitamente o esplicitamente, si definiscono dei ruoli? 
E soprattutto… è sempre necessario esplicitarli oppure, a volte, l’inclinazione o le caratteristiche caratteriali possono implicitamente “far presagire” quale sarà il contributo che quella persona darà all’interno del gruppo?

E’ anche vero che, per quanto si possa essere sinceri e coerenti con se stessi, non è sempre possibile comportarsi allo stesso modo con chiunque. 

In parte, che lo vogliamo o no, il nostro comportamento è condizionato dalla situazione e dal comportamento della persona che abbiamo di fronte.
A chi non è mai capitato di incontrare una persona con un atteggiamento che giudichiamo insopportabile? Siamo, però, consapevoli che non sempre si può cedere all’istinto: se con questa persona siamo in confidenza possiamo magari permetterci di esprimere un’opinione più diretta. Se, invece, questa persona è il datore di lavoro o un professore… forse è meglio valutare i pro e i contro e sacrificare la sincerità!

Anche  nei rapporti interpersonali spesso è necessario giocare di strategia, per non rovinare l’equilibrio del gruppo e soprattutto per evitare che la nostra opinione finisca per causare un danno anche a noi stessi!
La vita stessa è un po’ come un gioco di strategia: bisogna tenere a mente le regole ed essere capaci di giocare d’astuzia, prevedendo il comportamento dell’avversario, per avere qualche chance in più di vincere.
Non è sempre detto che la strategia sia una sola, né che tutti siano in grado di acquisirla al primo colpo, ma le esperienze (e anche un po’ l’istinto di sopravvivenza) ci guidano nel cercare di migliorare.
L’obiettivo è arrivare alla fine del gioco mettendo in campo le strategie che crediamo migliori: capita di vincere la partita; altrimenti si alza la posta e si ricomincia a giocare.

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