DIARIO DI UNA TIROCINANTE - La tutela del minore nelle cause di divorzio

Ciò che mi sta affascinando e motivando di più di questa esperienza come tirocinante in A.P.S Centro Studi Psico-Socio-Educativi Creativamente è la centralità del benessere del bambino e l’attenzione rivolta alla rete di relazioni (famiglia, scuola, amici, interessi…)
Un ambito a cui mi sto avvicinando riguarda le consulenze peritali in caso di divorzio e separazione: momento di cambiamento radicale per l’intera famiglia, molto delicato sia sotto l’aspetto giuridico sia sul versante emotivo. Sensi di colpa, rabbia, tristezza, incertezza, spesso vecchi rancori.
A maggior ragione quando nella famiglia ci sono uno o più bambini, le cui emozioni, pensieri e la vita stessa subiranno un cambiamento in relazione alle scelte intraprese dai genitori.
Tu, bambino, ad un certo punto ti trovi catapultato in una seriemomenti sereni con mamma e papà” che ti aspettavi. Ti rendi conto che c’è qualcosa di strano..la mamma/il papà sono sempre gli stessi, ma c’è qualcosa che non va e lo senti. Ma… chi ti spiega COSA non va? Loro sono distratti, ti dicono di non preoccuparti..ogni tanto litigano anche. Non sanno che puoi pensare che sia in parte colpa tua….
di situazioni che non corrispondono all’ideale di “
Il terrore di essere messi ad un bivio: stare con la mamma o il papà? Un interrogativo immenso, per un bambino che non può che rispondere “con tutti e due!”.
Ormai è chiaro, qui qualcosa sta cambiando. Arriva l’udienza: mamma e papà hanno un avvocato che li difenda e parli per loro…ma a te chi ti difende? Che succede?
Quando a farci le spese sono anche i bambini c’è da fare molta attenzione. Applicare le leggi in relazione al diritto del bambino di vivere in una situazione famigliare serena e coerente
Un divorzio è un cambiamento radicale, o bianco o nero. Una decisione che inevitabilmente ti farà perdere delle abitudini…che tu però non hai mai chiesto di perdere!!
Fortunatamente le leggi italiane hanno fatto notevoli passi avanti nella tutela del benessere del minore in casi di conflitti tra i genitori: il percorso è estremamente lungo e delicato, con l’obiettivo di sviscerare ogni aspetto delle dinamiche famigliari nel cercare di prendere la decisione “meno indolore possibile” per fare in modo che il cambiamento sia vissuto in maniera non traumatica e venga incontro alle esigenze del bambino stesso.
Parte così tutta una trafila di valutazioni, ipotesi, osservazioni… rese sicuramente più facili se entrambi i genitori sono disposti a non condizionare il bambino nel rapporto con l’altro genitore : una storia d’amore termina, quella con un figlio no. O almeno non dovrebbe.
Innanzitutto si valuta la storia famigliare dei genitori, per capire se possono esserci delle dinamiche che possono condizionare in qualche modo le loro scelte e/o la relazione con il bambino.
Nel decidere in merito all’affidamento primario del minore è necessario innanzitutto tenere in considerazione l’esperienza e le necessità del bambino! Non ci dirà mai a parole “con chi vuole stare” (tranne rare eccezioni), un bambino ama incondizionatamente entrambi, ma i suoi comportamenti, atteggiamenti, racconti e perfino i disegni ci possono dire tantissimo su quello che prova.
In tutto questo è rilevante nella decisione da parte del giudice tenere in considerazione la capacità del genitore di non ostacolare la relazione tra il bambino ed il genitore non affidatario, per minare il meno possibile le abitudini famigliari.
Al di là dell’aspetto economico (essenziale per assicurarsi che il genitore possa prendersi cura del figlio), dev’essere dato ampio spazio all’aspetto emotivo, per assicurarsi che il bambino possa mantenere il benessere e la serenità che merita dalla sua famiglia.
Il giudice e lo psicologo non hanno un compito facile! Valutare e giudicare relazioni che ormai si sono radicate, in mezzo ad una serie di cose non dette, cavilli e “discorsi da grandi”, l’unico che si merita di “vincere la causa” ed essere difeso è innanzitutto il bambino.


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