La mia traversata: come una sfida sportiva annuale può diventare un motore per la crescita personale ad ogni età

Dal 2010, ogni estate, ha un momento che per me segna un confine, un appuntamento fisso con me stessa: la Traversata Perla-Orta, ogni prima domenica di luglio.


Non è solo una gara di nuoto in acque libere. È diventata negli anni molto di più: un rituale personale, una misura, una sfida costante e uno spazio di riflessione. Parteciparvi non è solo un gesto atletico, ma un modo per confermare la mia direzione, rinnovare la motivazione e osservare come il mio corpo e la mia mente reagiscono a una prova che, conoscendola bene, riesce sempre a darmi un nuovo punto di inizio.

Obiettivi e automotivazione: il valore delle “sfide periodiche”

Secondo la psicologia dello sport, avere un obiettivo chiaro e sfidante è uno degli strumenti più efficaci per mantenere alta la motivazione nel lungo periodo. Quando l’obiettivo è periodico, come nel mio caso (una gara annuale), assume una funzione ancora più interessante: diventa un “checkpoint” personale, una verifica ciclica che consente di misurarsi nel tempo — non solo in termini di prestazione, ma anche di resilienza, determinazione e cambiamento interiore.

Non si tratta, infatti, solo di vincere o migliorare un tempo: la vera sfida è restare fedeli a un impegno con se stessi, anche quando la vita cambia, le priorità si modificano e le energie sembrano mancare.

Lo sport come specchio dell’identità

Praticare sport, soprattutto in forma competitiva o impegnativa, ha anche una forte funzione identitaria. Come dimostrano diversi studi nell’ambito della psicologia dello sviluppo, il movimento e la sfida fisica diventano strumenti per rafforzare il senso di sé, sviluppare autodisciplina e accrescere l’autoefficacia percepita (Bandura, 1997).


Nel mio caso, la Traversata Perla-Orta è una specie di “rituale iniziatico” che si ripete ogni anno. Entrare in acqua è come varcare una soglia simbolica: è lì che metto alla prova la mia resistenza, la mia capacità di ascoltare le mie sensazioni (il mio corpo), di avere supremazia su me stessa (sulla mia mente) e la mia capacità di gestire i limiti.

Corpo, mente e ciclo di crescita

Allenarmi per questa traversata significa lavorare su più piani contemporaneamente. Il corpo deve essere pronto, certo, ma è la mente che tiene insieme tutto: la costanza, la pazienza, la gestione dell’ansia di non farcela più e della fatica che potrebbe sopraggiungere.

Dal punto di vista dello sviluppo personale, tutto questo si può leggere come un vero e proprio ciclo di crescita:

  1. Preparazione → costruzione dell’obiettivo e routine.

  2. Confronto → messa alla prova concreta.

  3. Riflessione → apprendimento dall’esperienza.

  4. Integrazione → trasformazione dell’esperienza in crescita interiore.

Questo ciclo, ripetuto anno dopo anno, crea una sorta di progressione non solo sportiva, ma esistenziale. Ogni edizione è diversa, perché diversa sono io e la mia preparazione.

E tu? Hai una tua “traversata”?

Non deve essere una gara o qualcosa di sportivo. Può essere un viaggio che ripeti ogni anno, un progetto che ti metti in testa di portare avanti a ogni stagione, un'abitudine che ti riconnette con la tua versione più autentica. Quel momento che ti riporta a casa, che ti aiuta a ricordare chi sei e perché fai ciò che fai?

Se ti va, condividilo nei commenti. Perché spesso, raccontandoci, scopriamo di avere molto più in comune di quanto crediamo.

Commenti

Post popolari in questo blog

LA GIOIA DEL mio PARTO - neo mamma1