Una domenica a base di AMORE e MASCHERE

 #vibrazioni

RUBRICA di La Lomellina

Il fine settimana in arrivo è molto stimolante. 

In primo luogo, domenica è la festa degli innamorati. Ricorrenza celebrata in quasi tutto il mondo, di origini religiose oggi un pò tralasciate. Spesso in studio mi ritrovo a discutere sul tema e accompagno nel riflettere sul sentimento provato e sulle sue mille sfumature. Già, sfumature alcune delle quali sono spesso tabù fino al punto da rendere infelici o limitare. Invece, l’amore è un’avventura ricchissima alla quale bisogno avvicinarsi con gli strumenti adeguati per non rischiare di impantanarsi nell’isola dei single, di essere catturati dall’abisso degli amori impossibili, perdersi nella giungla dei giochi di potere, approdare all’isola dell’infelicità o altro. Consiglio la lettura di “L’avventura dell’amore. Dallamore nascente all’Amore duraturo” di Jean-Francois Vezina (richiedibile presso Sistema Bibliotecario Lomellino - OPAC - Psicobiblioteca Centro Studi Creativamente).


Questo week-end si festeggia anche il Carnevale e ogni scherzo vale! Ci si traveste, ci si maschera, perchè no anche semplicemente in casa per far divertire i più piccoli. E’ un gioco che aiuta a crescere, a giocare con la fantasia e a spaziare con la mente. Da grandi, è un momento di trasgressione, è utile provare a mettersi realmente nei panni di qualcun’altro, diventare un supereroe o tornare indietro nel tempo. Ci si può sbizzarrire. Si indossano varie maschere e si entra nella parte, anche solo per poche ore.


Un pò come facciamo tutti i giorni: ci svegliamo e in base a chi incontriamo indossiamo la maschera dell’amico, genitore, congiunto, amante, professionista, imbranato, pigro, cool ecc… lo facciamo in automatico e manteniamo quel gioco fino a quando non ce ne stanchiamo e allora, decidiamo che quella “maschera” non ci piace più e cambiamo. Alcune volte però questi ruoli sono talmente cuciti addosso che anche se ci fanno male non riusciamo a toglierli, oppure dopotutto togliere quell’abito vorrebbe dire perdere altre agevolazioni.


La parola persona deriva dal latino persōna, e questo probabilmente dall'etrusco phersu (‘maschera dell'attore', ‘personaggio’), il quale procede dal greco πρóσωπον [prósôpon]


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