DIARIO DI UNA TIROCINANTE - Che fatica fare il genitore!

Uno dei motivi per cui un genitore decide di rivolgersi ad un professionista che si occupa di famiglia è cercare di comprendere e gestire situazioni in cui si notano nel/la proprio/a figlio/a comportamenti che non sembrano usuali. Spesso il genitore fatica a “decifrare” quello che il/la proprio/a figlio/a cerca di manifestare: i disagi maggiori non vengono mai espressi a parole.
E’ proprio vero, come mi ripete mia madre (vorrà farmi capire qualcosa?!?) che “fare il genitore è il mestiere più difficile”. Soprattutto, mi viene da pensare, in quei momenti in cui le cose in famiglia non vanno come si era sognato: litigi, separazioni, divorzi…. Situazioni che fanno emergere comportamenti che agli occhi del genitore sembrano senza spiegazione.
In queste situazioni, la rabbia e la confusione hanno la meglio ed è facile sottovalutare aspetti che varrebbe la pena valutare con calma. Spesso, infatti, quei comportamenti “strani” sono la ricaduta che il clima poco sereno in famiglia ha sui bambini/ragazzi, testimoni passivi dei “discorsi da adulti”.
Rabbia e rancore possono portare a giudicare le situazioni in maniera affrettata e in casi più gravi a mettere in discussione la capacità di uno dei genitori di essere un valido punto di riferimento per il figlioOgni genitore è convinto di fare qualsiasi cosa per il bene del proprio figlio ed in questi casi, magari, l’istinto di protezione porta a pensare che l’altro genitore non sia ugualmente in grado di farlo: il rancore tra i coniugi rischia di minare il ruolo di genitore (complementare ma diverso da quello di marito o moglie)… a discapito del diritto dei minori di vivere in una famiglia serena.
Al contrario, l'unica cosa che interessa al minore è la certezza di poter contare sull'amore di entrambi i genitori. Tanto è vero che nelle cause di affidamento si predilige l'affidamento congiunto (entrambi i genitori mantengono liberi rapporti con il figlio, secondo prassi stabilite dal giudice) e, laddove questo non sia possibile viene concesso l'affidamento esclusivo al genitore che mostra di avere con il minore un legame emotivo più stretto e sereno e che è in grado di favorire maggiormente l'accesso del minore all'altro genitore. Il tutto, ricordiamo, per salvaguardare il benessere del minore.
Per non farsi sopraffare dagli eventi, ed evitare che i problemi/giudizi personali ricadano sui figli a volte è necessaria la presenza di una figura esterna che aiuti i genitori a scindere i due ruoli: marito/moglie da un lato, con situazioni ed emozioni che caratterizzano il rapporto di coppia, genitori dall’altro, impegno che vincola emotivamente per tutta la vita.
Rivolgersi ad uno psicologo, in questo senso, può essere un valido strumento per lavorare su ciò che sta cambiando nelle relazioni e recuperare tutte le strategie che permettono di mettere in primo piano il fondamento del progetto di famiglia: la collaborazione e coesione per il benessere dei figli.
Anche se la figura dello psicologo è spesso associata al “non farcela da soli a risolvere i propri problemi”, il nostro lavoro è proprio l’opposto! Il terapeuta non ha il potere di “ aggiungere “ comportamenti o atteggiamenti nel paziente, ma aiuta chi si rivolge a lui/lei a far riemergere strategie e potenzialità che già possiede ma nella confusione emotiva di situazioni particolari magari fatica a mettere in atto.

La prima  carta vincente per riuscire in questo scopo è senza dubbio mettersi in gioco, come genitore ma in primis come persona. Durante la mia esperienza in corso sto leggendo tante storie di genitori “in riscoperta”: persone che accedono al servizio di Psicologia con la paura di aver “sbagliato rotta” ed escono man mano sempre più forti e consapevoli delle risorse inesauribili che l’amore di una madre e di un padre possono offrire nella crescita psicologica ed emotiva del/la proprio/a figlio/a.

Commenti

  1. anche io credo che sia sempre meglio affidarsi a persone come voi anche solo per un confronto se dovessimo percepire un qualsiasi comportamento "strano" dei nostri figli.. soprattutto in casi di separazioni o forti litigi in famiglia.. ma anche nella vita scolastica i ns figli potrebbero incontrare degli ostacoli.. impariamo ad ascoltarli anche solo con gli occhi... parliamo con le educatrici e non sottovalutiamo nessuna delle loro parole.. a volte non possono sbilanciarci ma sicuramente qualche campanello di allarme potrebbero farcelo percepire... i figli sono la nostra vita.. ora da mamma lo sento proprio nel corpo..la forza che ci danno... e ricordiamoci che i sacrifici si devono ancora fare e che parlare con il proprio compagno/marito deve essere la base di tutto.. per una miglior crescita della coppia e dei figli! grazie per l'articolo ragazze!

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  2. Verena Boscolo29 luglio, 2015 17:42

    Grazie mille per aver lasciato questa riflessione.

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