L'influenza che ha su di noi l'AMBIENTE

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RUBRICA di La Lomellina

L’ambiente circostante influenza il nostro modo di percepire e rapportarsi gli uni con gli altri. Esistono branche delle scienze che se ne occupano, dall’architettura alla psicologia ambientale.

Non è una novità che luminosità, tranquillità sonora, presenza del verde siano aspetti essenziali da considerare per l’organizzazione della postazione lavorativa (ergonomia) e della casa, ma anche nell’architettura di una città (distanze tra edifici, aree verdi, parcheggi, piste ciclabili, aree rifiuti, …). Studi sulla esposizione della luce ci dimostrano che quei popoli che ne hanno di meno hanno anche una maggiore probabilità di cadere in depressione; l’uso di determinati colori, la presenza di elementi naturali producono effetti positivi di vario tipo dal benessere in generale alla concentrazione mentale. D’altra parte, un ambiente malsano (poco illuminato, senza ricircoli d’aria, scomodo,...) porta ad gli effetti negativi sia fisici (malattie, circolazione, respirazione, sonno) che sull’attività cerebrale (memoria, attenzione, prestanza). Esistono anche ricerche che testato la miglior disposizione, ad esempio, dei locali ospedalieri per garantire l’efficacia nella cura e attenzione da parte del personale verso i pazienti (divisi per reparti di emergenza o cura). Inoltre, la capacità degli ambienti di influenzare il comportamento degli utenti e di agire sulle loro condizioni psico-fisiche è ancora più incisiva nei contesti di tipo sanitario, dove le persone si trovano in un particolare stato di fragilità emotiva. Tutti questi esempi prendono in considerazione i meccanismo mentali che ci permettono di acquisire informazioni dall’ambiente, rielaborarli e reagire (percezione), quelli ben conosciuti da illusionisti e mentalisti.

Altri studi aggiungono e pongono l’accento sulle strategie dell’uomo “animale sociale” (sociologia) che sviluppa maggior interesse e cura per ciò che sente come proprio, non estraneo e per esserlo deve essere emerso da condivisione. E’ ormai evidenza scientifica che la possibilità di usufruire a piacimento di spazi di collaborazione, aggregazione e ricreazione favoriscono la rigenerazione delle risorse cognitive e lo sviluppo di risorse di comunicazione e buone relazioni. Oppure si parla di progettazione compartecipata per la riqualificazione di quartieri, aree dismesse o in mano alla mafia.

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