Blue Monday e le profezie che si autoavverano [#vibes_anno2]

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RUBRICA di La Lomellina

Lunedì prossimo sentirete certamente parlare nei tg o leggerete sui giornali e in rete molti riferimenti al giorno più triste dell’anno, il “Blue Monday” (che ricorre quest’anno il 17 gennaio). 

Ma da dove ha origine questo lunedì triste e 

siamo proprio sicuri che non sia più una falsa credenza e 

una profezia che si autoavvera? 

Ne ho discusso con la Dott.ssa Tagliani Paola, psicoterapeuta e neuropsicologa e abbiamo scoperto alcune curiosità a riguardo.

La credenza (o meglio falsa credenza) che contraddistingue questa giornata deriva da uno studio del 2005 condotta dall’accademico Cliff Arnall. Lo studioso la definì come la giornata con il più alto fattore di depressione: a suo supporto un’equazione (nello specifico questa [C(P+B) N+D] ) che calcolerebbe, in ordine, la temperatura media, i giorni dell’ultima paga, i giorni del prossimo periodo festivo, il numero di notti passate a casa nel mese e il numero di ore diurne medie. Un’accozzaglia di variabili insensate come sono state definite da numerosi colleghi di Arnall. 

Tuttavia la trovata del Blue Monday dopo anni risuona ancora e la troviamo puntuale tra le notizie del giorno e le curiosità. Forse a mantenere in voga questa giornata c’è proprio una sorta di pregiudizio e di profezia che si autoavvera: ovvero quell’insieme di credenze e convinzioni su di sé e su quello che mi può accadere. Il fatto che poi possa accadere è la conferma che la credenza iniziale fosse corretta. 

Vuoi che in un lunedì di gennaio non ci alziamo con il piede sbagliato 

anche solo perchè il tempo è piovoso e freddo? 

La giornata è triste e sicuramente la possiamo definire come più triste se vi è un esperto (un accademico, o il continuo rimbalzare della notizia supportata da personaggi di vario calibro) che la definisce in tal modo. Del resto, in un’intervista successiva l’accademico dichiarò che il fine di tale equazione sarebbe in realtà una trovata pubblicitaria di una agenzia di viaggi per incentivare la vendita di biglietti proprio attraverso le leve persuasive dell’euristica dell’esperto e della profezia che si autoavvera… 

ma questo non è servito a eliminare la definizione di Blue Monday!

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